In soffitta ho una scatola da scarpe ricolma di lettere, vecchi diari, pensieri, pizzini; sono la testimonianza di una vera e propria dipendenza dalla scrittura, sviluppata negli anni del liceo. Ero grafomane… Scrivevo per salvarmi ogni giorno da una quotidianità che all’epoca trovavo, in qualche modo, ovattante. Scrivevo per sentirmi dentro, per esprimere su carta ciò che non riuscivo a fare a voce, per gridare tra le righe di una pagina.
Forse ora riderai, ma ti confesso una cosa. C’è stato un momento in cui ho deciso di iniziare alcune mie lettere con questa intestazione: “Alessandro a Bucefalo”. Immaginavo di essere Alessandro Magno che confidava le sue più nascoste emozioni al suo fedelissimo cavallo Bucefalo. Perché questa scelta? Non me lo sono mai chiesta, mi è venuto del tutto spontaneo.
Quando scriviamo per noi stess* è fondamentale sentirci liberi di esplorare qualsiasi mezzo espressivo, anche il più assurdo, senza vergogna, senza remore, senza giudizio. Si tratta di un approccio privo di formalità, non c’è mai un giusto e uno sbagliato. Certo, possiamo decidere che quanto scriviamo sarà, prima o poi, condiviso, ma questa decisione spetta solo a noi e deve essere priva di forzature.
Negli anni - e grazie a un lavoro psicologico molto approfondito - sono riuscita a verbalizzare quanto prima scrivevo, trasformando una parola vergata a penna in voce. Un atto liberatorio, insomma, che si è palesato al termine di un lavoro di indagine di stampo catartico, sfociato in un piccolo libercolo che racconta il momento più buio (e al contempo splendidamente liberatorio) della mia esistenza.
Ti chiederai dove voglio andare a parare con questo preambolo.
Ebbene, sono qui per te, se vorrai. Sono qui per proporti un percorso di scrittura terapeutica, per costruire con te uno spazio speciale di ascolto, per dirti che i tuoi pensieri meritano di vivere sempre e comunque.
La scrittura terapeutica non vuole essere curativa ma si muove con te e accanto a te come una compagna, ti cinge le spalle e ti invita a “dire” anche quando ti sembra impossibile, anche quando ti fa un po’ paura. E può anche darsi che dalla pagina tu ti senta respint*, qualche volta ti sembrerà di non aver nulla da dichiarare. Sappi che il silenzio ha valore tanto quanto la parola, esiste per farti respirare e nessun* ha il diritto di rubartelo.
“Dentro di me, tra le righe” è un percorso personale, singolo, che ha lo scopo di aiutarti nello sciogliere nodi e inghippi, di addentrarti in esplorazione nella mente per districare pensieri, gioie, dolori, paure o anche, semplicemente, di darti tempo e spazio per conoscerti e riconoscerti attraverso il tuo stesso racconto.
Cosa faremo insieme, cosa farai tu
Quando e se mai mi contatterai, riceverai un breve questionario per capire e inquadrare i tuoi bisogni. Successivamente ci incontreremo online per trovare il tuo punto di partenza, un tema sui focalizzarti: relazioni interpersonali, solitudine, emozioni forti, comprensione di sé, fragilità, corpo, perdono.
Riceverai alcune tracce di scrittura sulle quali lavorare: potrebbero essere brevi lettere, dialoghi, poesie, associazioni metaforiche, pensieri in libertà. Ci sentiremo una volta alla settimana nell’arco di un mese per capire come sta andando il tuo viaggio e analizzare i diversi significati del tuo lavoro. Al termine del percorso ci confronteremo su quanto hai vissuto attraverso la scrittura, sui benefici che puoi averne tratto e sull’eventuale prosecuzione per indagare altri aspetti.
Sicuramente metterai in gioco una buona dose di creatività, talvolta la fantasia viaggerà libera. Sappi che non si tratta in alcun modo di un corso di scrittura di stampo editoriale, quindi potrai tranquillamente sbizzarrirti senza alcun limite. Nel contesto delle tue risorse personali, questo laboratorio può aiutarti a mettere un po’ d’ordine nella vita di tutti i giorni, a dar voce al non detto, a far emergere il tuo universo interiore.
Ti devo dire, però, che se hai bisogno di aiuto perché ti senti in grave difficoltà, il percorso non può in alcun modo sostituirsi ad aiuti clinici per la cura della salute mentale e fisica.
Un piccolo esercizio
Ti lascio con un piccolo esercizio, un assaggio di quello che potremmo fare insieme. Prenditi tutto il tempo che vuoi e, se ti va, inviamelo.
"Lettera ai miei sogni futuri"
Immagina che i tuoi sogni siano persone reali.
Scrivi loro una lettera come se li conoscessi da sempre. Puoi iniziare con:
"Cari sogni miei,"Parla con loro con affetto, come a vecchi amici.
Racconta quali sogni stai coltivando, anche quelli che tieni segreti.Condividi i tuoi desideri senza limiti.
Anche se sembrano impossibili, scrivili lo stesso. Questo è il tuo spazio sicuro.Fai un patto con loro.
Chiedi loro di non arrendersi, ma prometti anche tu di fare la tua parte, un piccolo passo alla volta.Chiudi con gratitudine.
Perché i sogni crescono, meglio se trattati con cura.
Se l’idea di questo laboratorio ti piace, puoi scrivermi per maggiori informazioni alla email sacchi.martina@gmail.com.
Nelle prossime settimane organizzerò anche il primo laboratorio di gruppo! Ti terrò, ovviamente, informat*!
Bene, per questa volta a posto così… Ah, giusto, due cose su di me, magari.
Sono nata a Milano, vivo nel quartiere Giambellino con Gerardo, non ho ancora un cane, ma ho delle piante in vita che mi sorprendono. Insegno materie umanistiche e italiano per stranieri. Ho una pagina Instagram che parla solo di libri. Sono un amante del vino, delle serie tv, della non fiction, della Clarks e delle Birkenstock. Mi lavo i capelli tutti i giorni e non sono rovinati, grazie.
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